Non ricordare senza dimenticarsi..
Prendo spunto da un post di Uno (questo) di qualche giorno fa nella discussione "Volere senza volere" per introdurre l'argomento che mi interesserebbe approfondire.
Citazione:
Come vi rapportate a questa cosa? :C: |
mi è capitato.
non so spiegarlo bene ci provo. è come se qualcosa a suo tempo si fosse "memorizzato" in una certa parte di noi ma nel momento in cui ci ricapita non riusciamo a farlo riemergere. diciamo che è come se ci fosse un archivio ma in un certo momento perdiamo la bussola di dove sta la chiave per aprire lo scaffale giusto. in questo periodo qui ad esempio mi capita spesso. e ciò mi fa pensare a quanto fesso sono io. |
Beh, non ci si ricorda pur tuttavia senza aver dimenticato quando, in determinate situazioni, il ricordo può "attivarsi". Presente quando ad esempio si ha un nome sulla punta della lingua? Non se lo ricorda, però basta un quid, un input (magari solo la lettera iniziale) per farlo tornare "su"...
Quel "su" sta per razionalità, da cui può essere pescato dall'inconscio, (o almeno dai suoi strati più prossimi alla "coscienza") in cui è sprofondato. Dimenticare a questo punto significa proprio aver rimosso, o comunque che è finito talmente a fondo da non avere gli strumenti per ripescarlo... |
Interessante, mi permetto di dire la mia, è come se il ricordo sia rimasto in memoria (non dimenticato) ma essendo passato nel tempo questo ricordo è stato ricoperto da altri, o se volete come dice kael è sprofondato, in basso nella nostra pila dei ricordi, quindi per andarlo a riprendere bisogna concentrarci a fondo... Ad esempio giorni fà parlavo con un amico e gli ho detto che avevo preso un suo libro, che lo stavo leggendo e che gli avrei lasciato un mio feedback. A distanza di qualche settimana, l'altro ieri per l'esattezza ho avuto modo di parlare di nuovo con questa persona e gli ho ricordato che stavo leggendo il suo libro, ma lui non se ne ricordava, poi quando gli ho detto ma come non ti ricordi, ti ho mandato l'email, ci siamo sentiti, ecc...In un attimo il ricordo gli è tornato sù...
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Citazione:
Etimologicamente " dimenticare " sta per " fare uscire di mente ", tirare fuori insomma, da qualche parte. Questo forse implica, ciò che dice Turaz, e cioè che una cosa comunque l'abbiamo messa da qualche parte. Ma forse il ricordo si collega non solo al mezzo che ci permette, appunto, di ricordare ma anche al modo con cui a quel mezzo si attribuisce una sostanza. Stavo pensando che per esempio quando viviamo una esperienza o insomma ci troviamo in un determinato momento, vengono alle mente particolari ricordi con parole ad esempio, dette casomai da qualcuno tempo prima. Un qualcosa di cui avevo perso totalmente il ricordo per farla breve. Non era assolutamente messo li e basta però. Quel concetto, quelle parole, aspettavano per essere riprese attraverso l'esperienza, così da collegarsi a quando non solo le avevo ascoltate ( al momento ) ma anche al senso da attribuire subito dopo l'ascolto. Mi rendo conto che senso è generico. Cerco di renderlo chiaro. Per quanto mi riguarda, questa o quella esperienza, come dice Kael, può essere un input vale a dire cioè che il fatto stesso di viverla, richiama o potrebbe richiamare, come collegamento, un " pezzo" che messo li da qualche parte, aspettava. Ora il fatto che, allora, non avevo dato peso a quelle parole per esempio ma con l'esperienza che vivo anche solo per un istante, sono in grado si di richiamarle attribuendo alle stesse un senso, che all'inizio ( per me ) non avevano. Caso mai, ancora, quel senso lo avevano gia da prima e a me è arrivato, come dire, in differita dopo un tot tempo. |
Citazione:
Provo a spiegare meglio la cosa che vorrei esplorare Quell'esperimento che diceva Uno, lo ricordavo, cioe' era un po' di tempo (guaradacaso) che ci stavo pensando.. anche se non ho ben chiaro il perche', e non so perche' ho ricominciato a pensarci (forse uno di quegli input che dicevi tu, o un'associazione.. non so) , ma non ricordo affatto su cosa verteva la chattata di quella famosa sera. Mi e' rimasto impresso solo l'esercizio (e non lo ricordavo perfettamente), tant'e' che continuava a risalire.. a tornarmi in mente, ma se avessi dovuto farlo, non potevo perche' non ricordavo a che serviva.. come dire... non avevo dimenticato , ma da li a dire di ricordare ce ne passa... |
Io penso che in questo discorso centri anche l'attenzione.
Nel senso che tante cose le mettiamo nei cassetti della memoria, e le... dimentichiamo là, pur ricordandoci che ci sono. Quando l'attenzione viene catturata da quella cosa, che so di aver memorizzato magari senza tanta concentrazione, ecco che, come si diceva più sopra, basta un piccolo imput e si apre il cassettino che la conteneva. Qui in Ermopoli ho letto talmente tante cose che è impossibile ricordarle tutte contemporaneamente, riemergono quando l'attenzione si concentra su quell'argomento, però ho notato che le cose che ci interessano o che ci coinvolgono più da vicino è difficile che non ce le ricordiamo. Citazione:
Perchè io ci avevo posto tutta la mia attenzione, mentre per l'altra persona era una cosa normale, e di solito le cose normali vanno subito a finire nel dimenticatoio anche se basta che facciano un piccolo sforzo per ricordarle, ma in genere ci si ricorda spontaneamente di quelle che ci colpiscono e lasciano dentro di noi un segno. Questo vuol dire che non siamo tutti sulla stessa lunghezza d'onda, e pensiamo e cataloghiamo le cose in modo diverso. |
Citazione:
Non rimane scritta a lungo quindi o quella cosa scritta quel giorno ti ha particolarmente colpito, oppure ti ha colpito l'idea di fare un esercizio o esperimento a prescindere dal perchè era stato proposto... Se il perchè ti è sfuggito o non l'hai memorizzato quel giorno non lo puoi ricordare, perciò per quanti sforzi di memoria fai trovi un vuoto, esiste solo il cassettino senza il contenuto. E' come quando di una canzone ricordiamo solo il ritornello che ci è piaciuto, e non ci viene il titolo o le parole perchè ricordiamo solo quello, ci ritorna in mente ma manca il collegamento... |
Citazione:
A differenza di altre cose, comprese, che quindi si attivano quando c'entrano con qualcos'altro e, anche quando forse c'entrano forse no, si attiva la proposta di collegamento... viene presa in considerazione la questione. E' un ricordo vivo nella mia anima... nel caso sopra invece è solo potenziale... lo so ma non collego, lo so ma non lo so quindi, ho capito (forse) ma non compreso. Il tutto ha anche a che fare con l'esperienza... anche in essa possiamo averla elaborata e ci servirà in occasioni analoghe (fermo li, ti ricordi di quella volta... diciamo a noi stessi), mentre per eseprienze non "risolte" le accumuliamo e basta, come i ricordi appunto, e finisce che dobbiamo ripeterle, come i ricordi... qualcUno ci dice di nuovo (ripete) e noi ah si, mi ricordo. |
Dimenticare come ha scritto Jez è fare uscire dalla mente, ma non dalla memoria.
Nulla esce dalla memoria, la memoria trattiene tutto... a meno che non si compiano delle azioni mirate a modificare fisicamente tale magazzino. Ri-cordare, significa rimettere in linea, in corda (cordata) con altre cose, in un certo senso dare un posto a qualche cosa che è nell'enorme magazzino della nostra memoria. Soffermarsi sulla comprensione è giusto ma per andare più a fondo dobbiamo valutare la presenza che più o meno abbiamo durante la vicenda. Se sono presente "lavoro" subito l'accadimento e lo posiziono nei ricordi, cioè la struttura che mi permette di trovare subito all'occorrenza quello che mi occorre. Si potrebbe dire per fare un esempio che la memoria è un libro enorme in cui tutto quello che ci accade va scritto e i ricordi siano un indice efficientissimo (indice come quello dei libri è riduttivo, era solo un esempio, rende meglio l'indice informatico che ci consente di trovare con delle chiavi di ricerche) che contiene comunque una copia di tutto. Meno siamo presenti e meno ricordiamo, più siamo presenti e più ricordiamo... e di conseguenza comprendiamo... la vicenda non rimane più in una memoria che è a nostra disposizione ma non ci appartiene, ma entra nel nostro archivio esperienziale... diventa vera esperienza (Castaneda è forse quello che ha trattato meglio, modernamente, questo aspetto). Si aprono molti interessanti spunti, uno di questi è che ciò che abbiamo già passato anche se con poca o nulla presenza è comunque immagazzinato nella memoria a noi più facilmente accessibile, quindi con opportune tecniche, con piccoli aiuti esterni, fatti che ci suonano un campanello o altri vari sistemi, è più facile prenderne possesso realmente, com-prendere. L'altra cosa interessante e che forse per qualcuno suonerà come stregoneria, fantascienza etc... è che tanto più siamo elastici nel lavorare la memoria, tanto più riusciamo a trascendere i confini di quella a noi normalmente accessibile e possiamo anche immergerci (con intensità e durata variabile da diversi fattori) in quella non contigua al nostro personale vivere. Rimane un dubbio, perchè si dice "smemorato" o "ho poca memoria" se comunque tutto quello che facciamo va in questo magazzino? Ci dovreste arrivare da quello detto sopra, comunque se esiste la possibilità di accedere a memorie non contigue il nostro essere (cioè per dirla tutta anche di cose che non ci accadono direttamente) esiste anche la possibilità che non siamo abbastanza "forti" per accedere interamente alla zona di memoria dove ci sono i nostri vissuti, comunque sono li. Potrei ri-sintetizzare tutto con poche righe, però chissà che un piccolo sforzo per essere presenti non vi permetta di comprendere :) |
Citazione:
Altra cosa.. la comprensione delle cose se ho ben capito, e' strettamente legata a quanto siamo presenti e quindi anche a quanta energia riusciamo a mettere mentre ascoltiamo o viviamo qualcosa? Significa che quando ci limitiamo a capire razionalmente qualcosa non abbiamo abbastanza energia che ci permetta di integrare e comprendere? Ecco che in questo caso, poi dovremmo per poter accedere al ricordo andarlo a "ripescare".. Se abbiamo tutto immagazzinato, anche se vissuto al tempo con poca o nulla presenza , questo significa che possiamo davvero recuperare TUTTO quello che ci sembra di non ricordare.. arrivare a ricordi di quando eravamo piccolissimi per esempio.. Citazione:
Per l'ultima domanda, se davvero tutto e' immagazzinato, tutto dovrebbe potere diventare accessibile, man mano che recupero (e qui ci vedo di nuovo una stretta connessione con la ricapitolazione), recupero anche sufficienti energie per accedere a memorie diciamo piu' difficili, piu' sepolte e' questione di quel lavoro capillare che ci permette di accedere, in un certo senso e' come se recuperando man mano ricordi recuperassimo chiavi per altre stanze piu' nascoste della casa.... Se e' cosi' il verbo "dimenticare" a cosa possiamo associarlo? solo ad una perdita di memoria patologica? |
Citazione:
Io pensavo che lavorare la memoria consista nel fare l'esperienza di quel che avevamo "evitato" per vari motivi, recuperando quel che avevamo lasciato indietro (e che indietro ci tira), eventualmente sciogliendo groppi. Non credevo che nel fare questo si possa essere più o meno elastici, ma forse è perchè non capisco che intendi. |
Prendo le questioni tutte insieme approfondendo
Detta in maniera cruda il nostro corpo (globalmente parti visibili e meno visibili) è la nostra memoria, con le azioni più materiali è evidente, se mi faccio un taglio mi rimane la cicatrice, l'accumularsi (a goccia a goccia) della paura (che può essere in altra forma, tipo ansia o simili) di qualcosa in proporzione alla forza vitale originale mi fa diventare i capelli bianchi, un nervoso protratto nel tempo mi ulcera lo stomaco... insomma segni che sapendoli leggere corrispondono a ciò che ci è accaduto. Ma se sapessimo leggere i dati più a fondo qualsiasi odore, suono, immagine etc... si imprime nel nostro corpo (nell'intero corpo, ripeto, ivi comprese le parti non percepibili/visibili). Man mano che ci succede qualcosa, il nostro corpo adegua la forma, forma che non dimentichiamoci è informazione (potremmo arrivare a parlare dei decadimenti atomici e delle reazioni chimiche che sono condizionate dal luogo -quindi da quello che c'è intorno che succede- e dal tempo, ma ora non andiamo così a fondo). Ma noi non siamo il corpo, il corpo è il nostro strumento di lavoro e di esperienza, lo strumento che utilizziamo per interagire. La Mente è quella che ricorda, cioè ri-mette in corda... esattamente come le perline di una collanina (come i rosari delle varie tradizioni). Quanto più la mente ha accesso cosciente al corpo, tanto più ricorda, ecco cosa intendevo per elasticità, partendo da un punto (non spaziale) possiamo allungarci verso le nostre estremità tanto quanto abbiamo la forza per farlo e siamo elastici... non è solo metaforica la cosa, a livello energetico anche ci sono contrazioni ed espansioni. Va da se che se che se il nostro corpo è la nostra memoria personale, la mia casa è la memoria della mia famiglia, il mio paese etc etc... (ricordiamo sempre che i dati e le informazioni vanno dai più grossolani piani materiali ai più sottili e anche più ricchi) Quindi ecco cosa significava che se la mia elasticità mi permette di andare oltre i confini personali della memoria posso arrivare a quelli famigliari (non intendo solo tramite racconti) e via via oltre.... Come accennavo in altra discussione a volte memorie non elaborate si accumulano in alcune parti del nostro corpo in maniera maggiore, per esempio spalle e gambe arrivando fino a far male. C'è differenza a tenere un magazzino in ordine perchè la merce che entra si controlla volta per volta e un magazzino in cui si tirano sacchi in mezzo a una stanza. Quindi l'elasticità è ininfluente se dobbiamo sistemare la prima stanza attigua, ma man mano che andiamo verso le estremità occorre sempre più. Dimenticare significa che è fuori dalla portata della mente, se la nostra mente non è abbastanza elastica da arrivare in un punto della nostra memoria quella cosa l'abbiamo dimenticata, se l'elasticità aumenta automaticamente la rimettiamo in corda, la ricordiamo, cioè se una cosa è nella zona di memoria accessibile possiamo ricordarla o no, ma se la riportiamo da "fuori" la ricordiamo per forza Due ultime cose per ora: Non è errato, anche se bizzarro alle orecchie comuni, dire che abbiamo dimenticato tutto quello che è successo nell'universo Forse alla luce di queste nuove cosette qualcuno capirà qualcosa in più sugli scopi del training autogeno che propongo come metodo iniziale per il recupero della coscienza corporea... è tutto collegato |
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O vuol dire anche andare a ritroso nel tempo cioè fin da quando il corpo si stava formando nel grembo materno ??? Citazione:
per quanto riguarda i tratti che ci hanno lasciato i nostri genitori accediamo in qualche modo alla loro memoria attraverso il nostro corpo... Citazione:
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Se lavorando la memoria, ti allunghi e vai a pescare una determinata cosa che sta sempre nella memoria ma fuori dalla zona accessibile e la porti denrto, allora la ricordi (metti in corda) per forza. |
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Oltre al corpo fisico, alcuni parlano di corpi già esistenti, da quel che ho capito, si tratta invece di corpi che vanno "costruiti" , che esistono solo a livello embrionale. Questo significa che se la nostra memoria è il corpo, "ampliandolo" abbiamo la possibilità di ampliare molto anche la memoria? Citazione:
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Non a caso il primo gradi di immortalità di un individuo è determinato da quello che fa e per quanto a lungo questo è ricordato da chi gli sopravvive Quote:
Ricordare è molto importante ai fini evolutivi, non è solo una questione di abilità più o meno sfoggiabile o utile per studiare, senza entrare troppo (ora) nel discorso se questo corpo fisico lo potremmo definire una memoria più o meno volatile è evidente che ci occorrerebbe attraverso il ricordo (di noi stessi si dice, ma anche in generale) organizzare un diverso tipo di memoria che costituirà un corpo più evoluto, capace di durare e vivere in altri ambienti. |
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Forse quando è sempre rimasta dentro (o almeno da molto tempo), ma con gli anni è andata a perdersi magari sotto a scaffali e scaffali di roba ed ora è coperta di polvere? Viceversa una cosa appena entrata sarebbe ancora "pulita" e quindi impossibile da s-cordare? |
La prima volta che qualcosa ti impressiona puoi elaborarla o no, a seconda dei casi te ne ricorderai (praticamente per sempre, ma ci sono anche altre possibilità più complicate) oppure puoi mettere in qualche stanza della memoria, che poi corrisponde ad una zona corporea, visibile o meno.
Quel da "fuori" era virgolettato perchè non è un reale fuori, lo è rispetto all'elasticità della mente che non è in grado di esplorare tutte le stanze della memoria (senza particolari lavori), ma comunque è nella memoria, infatti ho scritto "ri-portiamo da". Se è già nella memoria e la ripeschiamo in tale modo dobbiamo per forza ricordarla, non c'è altro modo per prenderla, tenendo presente che esistono anche i ricordi confusi (per esempio) cioè qualcosa che quasi si può dire che è su un limbo, non è ben inserito nei ricordi, ma neanche buttato alla rinfusa in una delle stanze della memoria. |
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Io pensavo che questa elaborazione, essendo anche una sistemazione, ottimizzi lo spazio a disposizione nel corpo fisico (oltre alla copia intendo)... un po' come i libri messi bene negli scaffali o ammucchiati in pile sparse... il che permette l'ingresso di nuove memorie e quindi, un lavoro di questo genere, permetterebbe per esempio una vecchiaia con una memoria più funzionante. Oppure (o anche), parlando di sublimazione, questo lavorio immaginavo che riducesse l'ingombro (riducendo la densità) e quindi ne sta di più (la faccenda dei ricordi svuotati). Certo, se l'elaborazone "trasferisse" la memoria o parte di essa allora non ci sarebbe limite, ma può andar via da dove è? La mia "teoria" attuale, basata anche su quel che riesco a percepire degli effetti sul lavoro su me stesso è che lavorando un ricordo lo svuoto dell'energia che vi ho lasciato e nel corpo resta la forma vuota (tipo crosta di formaggio) e il resto si trasferisce in altro archivio (il formaggio). Quindi è tutto accessibile ma anche consumato. Mi manca un pezzo però no? |
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Mi viene anche che quando non riusciamo ad accedere ad un ricordo,forse è perchè non eravamo noi presenti in quel momento,ma stavamo agendo seguendo la memoria di qualcun altro (parente,sconosciuto etc.faccio riferimento alla memoria degli antenati ed anche alla collettiva..il famoso inconscio collettivo)per cui perdo i dati perchè si vanno a depositare in una memoria di cui non essendo consapevole,non riesco a raggiungere e vedere.. Seguendo il discorso,mi torna alla mente il tread sulla cellulite,memorie irrisolte anche quelle suppongo..ora per voler ricapitolare e risolvere bisogna esercitarsi ad aumentare l'elasticità per poter raggiungere anche quei ricordi che stanno sedimentando lì ad esempio.. Il TA quindi serve anche a creare una relazione diretta tra mente e corpo,(per non dire riaprire i collegamenti)cosicchè si aprano i canali e le memoria possono risalire a galla..come anche avendo più energia e padronanza,andarli a ripescare,riportandoli da fuori.. Per ora mi fermo.. |
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In sostanza il nostro corpo è la "nostra " memoria. Questo, come fa la memoria con altro di più sottile, registra. In effetti mi viene in mente quel che dice Cassy sulla cellulite ma anche riconduco la cosa alle varie pratiche di riflessologia plantare, ad esempio, attraverso le quali l'operatore, massaggiando alcune parti del piede, può vedere se c'è stato qualcosa che ha dato, a quel punto in particolare, una " durezza ", un nodo, un ingarbugliamento. In questo senso appunto il corpo registra e qui ci starebbe il discorso che talvolta mettiamo in alcune stanze del nostro corpo ", nel senso che è esso stesso che registra, l'accaduto e lo presenta all'esterno sotto diverse forme, come quindi la durezza in un punto, un dolore alla spalla, un ulcera o anche un infarto. Nel lavorare la memoria, e quindi attraverso un lavoro per riaprire quei canali chiusi - nel senso ri-collegare attraverso la coscienza del corpo, questo ultimo con la mente e dunque per tale motivo la pratica del TA - posso sia accedere alla memoria ( sia quella del corpo che dunque ha "registrato" tutto ciò che mi è accaduto, sia a quella via via più lontana da questa, pertanto in seguito al mio essere divenuto più elastico con la mente, aver attribuito alla mente stessa una maggiore elasticità ); ma anche, modificando ( nel senso di attingere da questo ) il " dato memorizzato" posso conseguenzialmente cambiare la mia " struttura fisica". A questo si fa riferimento quando si dice: " modificare la struttura psico-fisica" ? Se modifico allora il mio strumento di " lavoro ", quale è il corpo mediante il ri-prendere quel che - nello strumento medesimo - è registrato, credo di potere affermare che posso usufruire così di uno mezzo " più fine ", meglio dire forse "definito" che " sopporti" un carico/lavoro maggiore, rispetto ad un corpo normale. Ovviamente non mi riferisco al carico fisico nel senso di peso materiale ma alla tensione che deriverebbe da un essersi inoltrati in una zona solitamente inaccessibile, quale è quella appunto che definisce alcune zone della memoria; fino pertanto ad arrivare a " ri-cordare" gli eventi che ci hanno interessato, che hanno interessato la nostra famiglia, o più in generale, dunque, la memoria Universale. Per altro, forse c'entra poco, potrei " accedere " ai ricordi di Tizio, sapendo che sono suoi e farli miei, nel senso dell'esperienza. Ed ancora, seguendo questo filo, Conoscere il suo passato ( non solo nel senso di vita ) o ciò che l'ho ha riguardato, quindi Conoscerlo meglio di quanto lui crede di conoscersi! Mi fermo. |
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