Discussione: Il tradimento
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Vecchio 03-12-2008, 10.56.58   #10
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Quel che ho tentato di descrivere avviene in pochi attimi (di qui la difficoltà) e poi si cristallizza come abitudine, avviene ancora più presto e non ce ne accorgiamo nemmeno. Il risultato è che, dopo un momento di fuoco iniziale a cui abbiamo imparato a reagire subito cacciando sotto, non sentiamo più nulla e torniamo all'illusione precedente di finto benessere. Che poi è sonno.
E quel sonno o finto benessere, corrisponde a non vedere l'emozione negativa, a fare in modo che possiamo dirci quanto siamobuoniemigliorideglialtri, che invece magari manifestano.. Il risultato è apparire calmi e tranquilli visti dal fuori, per noi stessi credere che siamo buonissimi, mentre dentro non si è per nulla calmi, anzi si vive in un malessere continuo..

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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
............ Si tratta di non aver paura di sentire le emozioni negative, una specie di rassegnazione se si vuole, ed è utile non giudicarle anzi, non giudicare se stessi per il fatto di provarle, anche se comunque il senso di colpa per il ftto che le proviamo è un'altra cosa che non dovremmo cacciar sotto e sentire tutta.
La parte "difficile" è questa, accettare che quelle emozioni esistano, e avere il coraggio di vederle e soprattutto sentirle, per come la vedo è proprio la negazione di queste , il non volerle sentire parte di me che mi frega... "se non le vedo non ci sono e se non ci sono non sono cattiva "(non ho sensi di colpa, ma quella poi è un'altra illusione, a me pare proprio il contrario il senso di colpa nasce quando a forza di negare me stessa e reprimere, do voce a chiunque fuorchè a quel che sento io..).
A me è stato utilissimo, soprattutto le prime volte, lasciare finalmente uscire quel che ho negato per lungo tempo e osservarlo.. non piacevole, non bello, ma almeno si puo' iniziare a conoscersi in manifestazioni che l'abitudine a reprimere fa scomparire del tutto, non negare l'arrabbiatura se c'è, non negare il sentimento di invidia verso un altro se esiste, non negare tutto quel che in me giudico come negativo e "che non si fa". Ovviamente non significa andare dall'altro e dirgli : "oh mi sei antipatico ", ma non negare a me stessa che sta cosa esiste...
Poi il problema spesso è che o il sonno che incombe mi fa "dimenticare" queste cose, o la paura di eventuali reazioni esterne, di giudizi altrui mi frena.. etc.. questo poi in base a quanto reputo importante l'altro, colui che ho di fronte e una serie di retaggi che comunque sia mi porto dietro, ma la non negazione di quelle emozioni per me è un passo importantissimo...
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