Discussione: Disciplina
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Vecchio 01-02-2006, 13.43.11   #12
Smashan
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Se lasciamo perdere un attimo le visioni del bosco e della strada battuta, e con un maggiore sforzo proviamo a concentrarci sul paradosso insito nel concetto di libertà, forse si apre una terza strada, quella personale.
Ogni cosa dovrebbe essere in accordo con la propria volontà e con la propria natura, per essere effettivamente giusta ai nostri occhi.
Ma c'è una grossa differenza tra volontà e Volontà, come tra natura e Natura (per natura e Natura intendo quelle del singolo).
Prima di pensare a cosa vogliamo, dobbiamo scavare in ciò che siamo, poichè le due cose sono quasi una la conseguenza dell'altra. E ancora prima dobbiamo sostituire al concetto di natura=io sono questo con la SPERIMENTAZIONE della Natura=io potrei essere tutti. Anche se alla fine del percorso, per qualche misteriosa ragione, ci si ritrova ad essere non tutto, ma niente (Questa sperimentazione è parallela al discorso di Uno sul 'fare parecchie strade')
In questo percorso, al fine di non perdersi, si deve seguire un METODO, quello che più ci aggrada, ed esso è un LINGUAGGIO attraverso il quale comunicare con tutto ciò che è sia all'interno sia all'esterno. Noi come coscienza diretta siamo il confine tra i due mondi.
L'applicazione di questo metodo passa attraverso la DISCIPLINA (quindi a mio avviso non è la disciplina il metodo, è la sua applicazione).
Qui entra in gioco il vero concetto di libertà.
La disciplina cosa fa? Costringe l'individuo ad uno schema, ad un 'esercizio per volta'.
La libertà come può essere descritta? Come la scelta che elimina tutte le altre possibilità. In questa unicità vi è il paradosso della libertà non come assenza di regole, bensì come la scelta della giusta regola.
Il vero Maestro non è quello che ti segue e ti da consigli, quello può essere considerato maestro, insegnante, sostegno.
Il Maestro ti dice: Fai così e così.
Tu rispondi: Perchè?
Il Maestro: non rompere con le spiegazioni, fai così e basta. Capirai.
Dunque spinge alla sperimentazione di un sistema unico, scelto dal discepolo stesso, ma unificato nel suo percorso. Il Maestro prima di lui ha fatto le cose che gli ordina di fare, e lascia che egli faccia esperienza e comprenda da solo.
Cosa deve comprendere?
A mio avviso due cose: 1- il significato della costrizione (prima di dire io non faccio così perchè non è nella mia natura, o perchè sono diverso, trova risposta nel fatto che 'non si ha veramente idee di chi si è'); 2- Rendere sua la tecnica, diventare un tutt'uno con la disciplina ed essere ancor più libero di applicarla.
In analisi finale si può rapportare questo al sillogismo: 'Se la mia volontà è la volontà di Dio, io sono Lui'
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