Citazione:
Originalmente inviato da Uno
E non te lo dico (non subito almeno) così pensi... visto che in qualche modo è una cosa che a te interessa
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Quel
pensi l'ho sempre visto come la chiave del problema ma non ci arrivavo perchè quando ci riguardano le cose semplici le complichiamo al massimo. Credo di esserci ora, la cosa la sento.
Intanto un ricordo mi è tornato alla mente e l'ho ricollegato. Alle superiori durante una lezione avevo le gambe accavallate e l'insegnante spiegava, io ero attenta ma dondolavo la gamba. L'insegnante si interrompe e mi dice: quel gesto che fai è una distrazione. Riprese a spiegare e a me rimase sempre tantissimo impresso questo suo intervento di tantissimi anni fa ormai, e solo ora la posso ringraziare per avermi dato un imput che non avevo colto.
Non sono abituata a pensare oltre un certo limite e siccome l'energia non si accumula bisogna usarla diversamente. Ma non è solo questo, c'è anche un fattore di interesse. Se una cosa ci interessa ci prende sappiamo ben far collaborare tutti i centri occorrenti alla cosa.
La concomitanza è sempre la stessa. Agire con volontà (dovere e volontà che dobbiamo imparare a far coincidere) e forza, appena notiamo che qualcosa inizia a sfruttare l'energia non propria, ad esempio bisogno di muoversi, invece che trattenere piano piano rilasciare... sempre di più di modo di far allargare gli argini.
Costringere il corpo a stare fermo se non è pronto e non è addestrato diventa uno spreco di energie mentali a fare attenzione al corpo che deve stare fermo e buono, ma non siamo più a quel punto completamente concetrati sullo studio per esempio. Mi sembra che la cosa ci stia bene con il trattenere e lo spingere, il tutto al momento opportuno.
Finora l'ho vista al contrario.