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Vecchio 09-04-2008, 16.00.09   #31
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
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Comunque mi riferivo anche a me possibili che non si sono manifestati per nulla, ma che avrebbero potuto, desiderio o meno (se il desiderio l'ho avuto si è manifestato, non è rimasto potenziale... potenziale è rimasto solo l'atto). Come dire che avrei potuto uccidere. E' una mia possibilità che io voglia farlo o meno e che mi piaccia o no che lo sia. Io potrei uccidere qualcuno. Ma qui finisce che parlaimo di comportamenti e limitiamo assai il discorso.

Infatti ci sono potenziali me che non si sono manifestati ma che avrebbero potuto ma adesso non possono più farlo. Tipo avrei potuto studiare per avvocato. Oppure avrei potuto accettare un invito che ho rifiutato. Anche tutti quelli vanno com-presi.

Tornando al discorso di "liberare il futuro", se riprendo l'esempio dell'uccidere, provo un altro esempio ma ribadisco che è molto limitante la cosa.
Se io ho avuto quel desiderio di uccidere quel potenziale me che uccide si ingrandisce anche se non l'ho fatto. Ogni volta che ho quel desiderio o un pensiero o quel che è e poi lo nego egli si ingrandisce. Potrebbe darsi che la mia storia, fatta da miliardi di piccoli fatti, pensieri, azioni, desideri, prenda una determninata strada per la quale, ad un certo punto, devo manifestare quel determinato me (come quello che uccide) perchè in pratica non ho altra scelta (così come ci capita in tutte quelle azioni che compiamo in virtù di quel che siamo in quel momento, non avremmo potuto fare diversamente).
Se comprendo in me quella mia possibilità e la "vuoto", alla stregua di quel che facciamo (cerchiamo di fare) con i vari piccoli io (che non sono potenziali o perlomeno non del tutto, lo sono solo nel ristretto tempo di quel momento) mi libero dalla strada che mi porta inesorabilmente in quella direzione, dove ad un certo punto manifesterò quel particolare me potenziale. Cioè mi libero da un destino che, a mia insaputa, io stesso avevo contribuito a creare. E posso scegliere.

Come dire che nell'inconsapevolezza delle nostre potenzialità, seguendo una sola linea, ci imbrigliamo sempre più in una determinazione di accadimenti e sempre più siamo costretti a manifestare quelle determinate possibilità (rendendo le altre impossibilità)... ovvero ci imprigioniamo. Leghiamo il futuro e, pur senza conoscerlo, siamo costretti a viverlo.

Se invece comprendiamo i nostri possibili passati apriamo i nostri possibili futuri, comprendendoli in noi come possibilità di scelta e non ci limitiamo più alla costrizione di quello e solo quello.
Ci provo seguendo il tuo esempio..
Quando ho avuto la possibilità di scegliere se uccidere o meno, ho scelto di non farlo, ho scartato pero' una cosa che ho pensato di fare , che in qualche modo ha preso "corpo" in me. Non uccido, proseguo con la mia vita, ma l'uccidere resta in me latente, perchè a suo tempo, ho scelto di non farlo, e poi non gli ho più badato, non ho guardato quella cosa in faccia, l'ho vista come non mia. Se invece oltre che osservare la mia scelta in quel momento (non uccidere), avessi guardato anche la possibilità di uccidere come "mia" dentro di me, avrei potuto accoglierla (invece in genere scaccio quella possibilità che "non mi piace").
Nel momento in cui accolgo, faccio mia quella possibilità, la vedo come in me, in un certo senso la risolvo, senza che ci sia la necessità di arrivare a vivere davvero l'esperienza, diversamente resta latente, come una bomba ad orologeria, che puo' esplodere in qualsiasi momento... e per vie traverse ci arriverò.

Se "risolvo" entrambe le possibilità il non uccidere e l'uccidere, le vedo entrambe come "mie" (accettate, accolte, liberate) la volta che mi ricapiterà di trovarmi ad un bivio del genere, potrò scegliere davvero, conoscerò entrambe le situazioni, pur avendone effettivamente vissuta solo una e non sarò costretta verso la seconda (uccidere).

Provo un altro esempio, scusate se mi dilungo, ma ho l'impressione che sta cosa sia molto importante..

Mi trovo con Tizio e ho il desiderio di mandarlo a quel paese..
Non lo faccio, modulo il mio comportamento, ma il pensiero mi è passato per la testa.
Se mi dimentico di questa cosa (o non la voglio vedere), finirà che prima o poi ce lo manderò, magari per altri motivi, magari tra 5 anni, ma poichè resta latente in me, prima o poi de devo passare per quell'esperienza si rimanifesterà e a quel punto sarò costretta a mandarcelo..
Se invece scelgo di non farlo, ma osservo anche quel "me" che avrebbe voluto farlo... mi libero in qualche modo di quell'esperienza, di quel "me" che ha quel "desiderio"...

Se ho capito qualcosa del discorso, si allarga enormemente l'osservazione che dovremmo riuscire a tenere su noi stessi.
E' una specie di "ricapitolazione preventiva", non solo su ciò che manifestiamo ma su ciò che potremmo manifestare per il fatto di averlo pensato, o di esserci trovati ad un bivio...come dire, oltre che la scelta, devo prendere in considerazione anche quello a cui ho rinunciato.. mi sembra enorme sta cosa...
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