Mentre cammino su e giù, in realtà non penso, a volte è più preciso dire fantastico, e certe volte bisogna appoggiare le mani al muro per evitare di finirci col viso contro.
Ho un po' enfatizzato, ma è per rendere il concetto. Credo che sia l'impazienza di dover stare dove non si vuole stare, e quindi si vorrebbe uscire fuori, e siccome non lo si può fare fisicamente, lo si fa con la mente, che vorrebbe coinvolgere il corpo, e lo coinvolge.