Steiner e i suoi esercizi
Spero di non aver sbagliato sezione, nel caso verrà spostato.
Ultimamente sto leggendo Steiner, e mi sembra un buon approccio, sopratutto per chi come me viene da un percorso più di chiesa e di new ageismo. Ma veniamo al dunque: principalmente ci sono sei esercizi fondamentali, che andrebbero praticati assiduamente e che alcuni mi sembra che rispecchiano anche quelli proposti qui. Stranamente gli altri mi sembrano piuttosto di facile comprensione, mentre il primo è stato quello più ostico da capire, ma guarda caso è anche la base su cui iniziare. Si tratta dell'esercizio sui pensieri, che sembra una sorta di concentrazione, e che già un po' conoscevo, di cui parlava anche lo yoga (possibile una correlazione?). Per ora mi fermo, e aspetto... |
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Si pensavo che era un po' contro il regolamento.
Dunque ogni esercizio andrebbe fatto singolarmente per un mese, poi si procede successivamente, non trascurando però quelli in precedenza. Il primo esercizio consiste nell'acquisizione di un pensiero chiaro o perfetto. Per 5 minuti, ma meglio di più, al giorno, ogni giorno, bisogna liberarsi dal confuso e vagare fluire dei pensieri, ma di esserne padroni. Per questo bisogna porre un solo pensiero, anche insignificante al centro di tutto. Interiormente ti dici che parti da questo pensiero, e che escludi tutto il resto, alla fine dell'esercizio il pensiero deve rimanere vivido quanto all'inizio. Poi questa non l'ho capita: si deve pensare al capo e alla linea del corpo riversando il sentimento del pensiero in questa parte. Ogni giorno si può cambiare oggetto di pensiero. |
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Non è facile ad esempio prendere uno spillo e pensare per 5 minuti ad uno spillo e tutto ciò che è oggettivamente connesso allo spillo... che so, la punta, i pantaloni che vengono spillati per l'orlo o lo spillo per tenere una coperta... è facile a questo punto in associazione perdersi dietro ogni pensiero. Invece viene proprio chiesto di rimanere sullo spillo e far girare attorno allo spillo ogni associazione tanto che alla fine siamo ancora sullo spillo. Una volta finito l'esercizio si ha una certa sensazione che lui dice di riversare dal capo verso il midollo ... ma intanto si dovrebbe inizare a farlo. Non ho capito esattamtne a cosa serve riversare per ogni esercizio... forse fissare sui corpi la consapevolezza della sensazione sperimentata affinchè si fissi... E' come se fosse fatto al contrario, nel senso che quella sensazione fisica la si dovrebbe sentire in certe occasioni, invece lui invita a sentirla "stimolandola". Ma ripeto non so. |
Ciò che mi ha meravigliato è che quelli successivi hanno un approccio più semplice da comprendere.
Con uno spillo è difficile, ma forse con un libro che tratta di una determinata materia è più facile fare pensieri correllati. Non è un po' quello che succede quando studiamo? Non solo escludiamo gli altri pensieri, ma cerchiamo di approfondire determinati contenuti inerenti. Quindi in parole povere, chi giornalmente studia qualcosa, non dovrebbe già praticare per 5 minuti se non di più l'esercizio? |
Se lo fai per studio o per lavoro diciamo che in un certo senso lo devi fare per ragioni correlate e non lo fai solo per pensare allo spillo e basta. Ci vedo una differenza anche se se è vero che chi studia e risolve problemi è allenato a farlo, ma non so quanto potrebbe starsene fermo per 5 minuti (che possono essere infinitamente tanti) a pensare ad uno spillo... se la sua mente non si annoierebbe, se la sua mente non cominciasse a scalciare ecc ecc...
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Vero quante cose si scoprono in questi cinque minuti è incredibile.
Ho fatto l'esercizio su una bomboletta spray per pulire il pc. Bene, oltre a pensare all'uso, mi sono reso conto che è stata sempre li sulla mia scrivania, e che non l'avevo mai osservata. Non avevo fatto caso che il prezzo era ancora in lire, che è stata prodotta in germania, che lo schermo raffigurato in realtà aveva mani e occhi in stile fumetto. Poi non sono passati nemmeno 3 minuti che la mia mente stava gia anticipando che dovevo condividere questa esperienza sul forum, e mi sono accorto che avevo già distolto l'attenzione dall'argomento centrale. E' incredibile quanto poco osserviamo affondo... |
Esercizio molto interessante , ho provato con lo spillo di Sole .
Ritenevo , come Astral che fosse troppo riduttivo , ero tentata di cambiare soggetto ... quante sorprese , quanti collegamenti , talmente tanti da occupare più di 5 minuti che inizialmente mi sembra potessero essere interminabili . Spero sia corretto il modo in cui l'ho eseguito e che non sia un semplice esercizio per trovare correlazioni, di fatto , come risultato so di essere riuscita a tenere la mente solo su questo ; provo a descrivere anche se non in sequenza ( che non ricordo ), tanto per evitare di perderci tempo se errato o migliorare se possibile. Dunque ho visionato lo spillo , mi sono soffermata sulla "foto" , astina di metallo lunga qualche cm. con la parte appuntita e la capocchia all'altra estremità , mi ha richiamato alla mente la scatola di plastica riposta nel mio cestino da lavoro , dove tengo gli spilli e che ha un elastico attorno per evitare l'apertura , ho ricordato il bracciale con il cerchio imbottito dove appuntare gli spilli che usano le sarte , quelli appuntati sui bordi di stoffa dei capi da riparare , sempre sforzandomi di di tenere l'attenzione sullo spillo l'ho visto appuntato su un foglietto di carta con il prezzo della riparazione sui pantaloni di mio figlio ,ho visionato quella particolare cartina con i due fori nei quali sono infilati gli spilli usata in commercio per la vendita , lo spillo di sicurezza o da balia e anche i tacchi a spillo , e poi il chiodo che altro non è se non uno spillone , contemporaneamente pensavo al verbo spillare , spillare del vino e ho visto quel ferro , tipo punteruolo che viene usato per forare le botti e assaggiarne il contenuto e pensando che si usa dire spillare anche di notizie o informazioni tirate fuori solitamente con furberia, quindi di straforo , a qualcuno e che si può anche spillare denaro . Mi sono fermata anche sul termine spiluccare e qui l'attenzione si è spostata sulla mia titubanza , si dice spiluccare o piluccare ? se è piluccare potrebbe derivare da pelo..icon_mrgr: ... perso lo spillo. |
Altri esercizi?new_shock:
Non ho ancora concluso con piena soddisfazione quelli che ha dato Uno in tecniche d'evoluzione che il pensiero di mettere altro ancora mi da l'idea di dispersione. |
Particolare attenzione invece volevo darla ai ricordi: che cosa succede se l'osservazione ci porta ad un ricordo dell'utilizzo di questo oggetto, è anche essa deviazione e non fa parte dell'esercizio?
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Per cui se il ricordo ti fa fare altre assocaizioni non inerenti l'oggetto non va bene. Se nel ricordo stai trovando pensieri inerenti dovrebbe andare bene. |
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Ho notato che è come "riprendere" la mente e rimetterla al suo posto. Ti focalizzi su un oggetto insignificante e devi continuamente riprendere all'ordine la mente, se invece l'oggetto è più "pieno" di informazioni viene più facile tenere occupata la mente rccogliendole una ad una.
Mi è venuto fastidio alla testablink.gif , devo farlo in orari più consoniicon_mrgr: |
Attenzione sembra facile, io trovo l'esercizio molto ostico, e la mente addirittura cerca di farmelo scordare, a volte passa la giornata e mi sono dimenticato di farlo.
Concentrare la mente su qualcosa di insignificante è veramente tosto, dopo 30 secondi, sono già finiti i pensieri inerenti e poi c'è il vuoto... |
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Quel che si dovrebbe cercare di riversare "nel corpo" è il sentimento di solidità che dovrebbe scaturire dal fare bene l'esercizio. Ovviamente prima di riversarlo occorre averne chiara consapevolezza. Operazione dal valore diciamo energetico. Per inquadrare meglio l'esercizio e gli esercizi occorrerebbe specificare alcune cose. Steiner presenta questo di cui stiamo parlando adesso come il primo di una serie di sei che si dovrebbe man mano acquisire in un determinato lasso di tempo e che formano un tutt'uno che ha un suo senso in termini evolutivi. Questo non vuol dire che l'esercizio non è valido in se, anzi lo è parecchio, ma il massimo beneficio si può trarre dalla pratica sistematica di tutto il gruppo seguendo l'ordine prestabilito e rispettandone i tempi. Per altro anche se può sembrare il più ostico da capire non è certo il più difficile da eseguire. A me sembrano tutti grossomodo dello stesso livello di difficoltà, ma il primo, presupposto degli altri, è il meno difficile. Lo scopo principale, nel senso di primo da ottenere in realtà ne ha vari, è diventare un minimo padroni del proprio pensare. Avere la possibilità di interrompere a comando, magari per cinque minuti, il flusso ininterrotto delle associazioni meccaniche e prendere in mano il timone. Senza di ciò tutto il resto è inaffrontabile... soprattutto la meditazione, di cui questa serie di esercizi è un prodromo. Chiaro che a forza di farlo questa capacità dovrebbe aumentare e non limitarsi ai cinque minuti, ma già quelli non sono male. Comunque chi fa decentemente il TA dovrebbe essere facilitato... chi fa bene entrambi potrebbe provare l'esercizio del pensiero senza perdere il contatto col corpo (cosa che a mio avviso rende inutile l'ultima parte dell'esercizio, ma questa prendetela con le pinze). |
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Può andare bene fatto in questi termini? Ho il dubbio che la prima volta possa essere divertente ma se dovessi rifarlo ancora con i cacciaviti magari lamente stavolta potrebbe annoiarsi ed essere più problematica tenerla ferma per altri minuti, lo stesso ma posso provare e vedere in caso. Altri hanno già provato con lo stesso soggetto? |
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E' necessario ed importante far girare l'attenzione su quell'oggetto senza farsi convincere dalla mente a fare altro. Potrebbe anche essere moltissimo utile per chi non riesce a far bene TA per via della mente che vaga. E' un esercizio molto statico ed è per questo che se fatto bene poi manifesta quel sentimento di solidità e fermezza mentale che non è rigidità ma è forza. Quel sentimento che va poi riversato nella colonna. |
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Quindi questo esercizio potrebbe servirmi ad esercitarmi su oggetti di poco interesse in modo da sviluppare espandere quel che ad esempio mi viene spontano con la novità tipo girare intorno ad un simbolo per scoprire e carpirne i segreti che un modo di usare la curiosità in modo evolutivo ascendente, facendolo con oggetti di minor interesse e senza scopo se non quello del farlo. Dici che a me potrebbe essere utile fatto in questo senso? Adesso non voglio esagerare ma mi pare di ravvedere un mio grosso limite dietro a questa cosa il non riuscire a volte a vincere l'inerzia mentale che c'è dietro al non interesse o al poco interesse del sapere già o credere di sapere già, e la sua eventuale applicazione in altri ambiti che potrebbe essere anche la ricapitolazione. (e anche lo scrivere....perchè il più delle volte smetto perchè mi sono persa in vie e viuzze :wow: bacini.gif) Sì? |
Sisi :H
L'utilizzare un pensiero che non ci interessa affatto (chessò... il gossip del giorno o un oggetto come una pinza o cose che ci stanno antipatiche anche... ) da all'esercizio una forza maggiore dell'usare qualcosa che ci accomoda, perchè l'intensità dell'attenzione che tutto il nostro essere deve porre sull'oggetto è superiore e deve comunque essere sempre viva rispetto alla mente che si annoia e vuole svicolare. Per cui maggiore è per noi l'inutilità del pensato e maggiore sarà l'intensità che dovremo applicare. ____ Questo esercizio rivela tantissime cose su di noi.... e siamo solo al primo ancora. Questi esercizi sono un cammino dentro di noi entusiasmante e come accennava Ray sopra, sono propedeutici alla Meditazione. Steiner infatti ritiene che l'uomo per evolvere deve poter meditare ma per farlo deve buttare solide basi. |
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La risolverei con l'osservazione dell'oggetto mentre attira i pensieri oggettivamente correlati ad esso. Insomma purchè non diventi la visualizzazione dell'oggetto, che sarebbe un'altra cosa, penso che vada bene. |
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In realtà c'è molto da dire sulle associazioni che pensare attorno ad un oggetto comporta. La parola "attorno" può veicolare quel che intendo... non è che non si debbano fare, anzi vanno bene, sono indispensabili per conoscere tutto quello che si può sull'oggetto. Il punto è che l'oggetto non andrebbe perso di vista, vanno considerate solo associazioni effettivamente inerenti all'oggetto di partenza. Il guaio, che poi guaio non è, è che si può stabilire se un'associazione è inerente solo dopo che si è verificata... la mente muovendosi attorno all'oggetto "propone" associazioni. Col pensiero vanno valutate e tenute o scartate a seconda dei casi. Quindi l'oggetto non va mai perso di vista. Riuscire a tenerlo in un "angolo" della mente, magari visualizzato, mentre ci muoviamo attorno sarebbe assai bene. E' faticoso, ma saltare continuamente su è giù è più dispendioso. |
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Forse inizialmente si può anche farlo ruotare ma poi deve rimanere come punto fisso secondo me ed è il resto che gira intorno all'oggetto. E mi pare che anche tu sei d'accordo. |
Posso riportare qui il resoconto per vedere se lo faccio nel modo corretto?
Ho provato con paio di scarpe che possiedo. Le ho visualizzate e la visualizzazione, conoscendole e avendole nella vita osservate perchè mi piacciono le conosco e quindi, mi riusciva. Le facevo girare analizzavo il colore, la forma, i buchini per la traspirazione, le fini stringhe ormai piene di nodi che non cambio ne sciolgo perchè troppo stretti e fitti, le parti interne vicino al tallone screpolate e rugose Ho una domanda: potrei fare l'esercizio anche scrivendo quel che mi viene su un foglio oppure va fatto esclusivamente con la mente? Quello che ho osservato era l'oggetto e il mio modo di approcciare ad esso. La mente osservava l'immagine, mentre partivvano automaticamente i sentimenti legati all'oggetto. In pratica essendoci affezionata mi partivano sentimenti benevoli verso di esse. Provavo quanto tengo a loro perchè per i miei piedi delicati non ho posseduto mai altre scarpe migliori di queste. Poi l'osservazione si è spostata sul colore e questo essendo bianco mi ha portato al mio modus comportandi prottettivo verso ciò a chi tengo e quindi la riflessione si spostava su ciò che di nero era rimasto impresso sulla pelle della scarpa e che anche lavandole non se ne era andato ma che alla fine era il vissuto della scarpa. L'attaccamento ad essa perchè sentivo la speranza che durasse per sempre. E anche se con quelle scarpe so di aver fatto diverse cose essere andata in diversi posti non mi è uscito niente tranne che sono le mie preferite per fare il tappeto e che quando esco con queste mi spiace dopo perchè non vorrei sporcarle e per preservarle dall'usura. Quindi da quel che ho ossevato l'occhio con cui ho osservato era quello della memoria visiva per visualizzarle ma poi l'analisi o comunque quel che ci girava intorno era legato al sentimento. Non so se è corretto così o devo farlo diversamente :@@ |
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Oggi provo a fare l'esercizio dei 5 minuti e........a parte la difficoltà che trovo ogni volta a sceglierne uno....ma quando l'ho scelto come oggi (una lampada da comodino) cerco di visualizzarla e la visualizzo tutta colore stelo materiale nel momento che voglio mentalmente accenderla.......beh non so che tipo di interruttore monta. Va che è tremenda sta cosa, ma quante volte l'avrò accesa? Tutte le sere da quando l'ho acquisata....per cui l'avrò toccata centinaia e centinaia di volte eppure nemmeno il tatto è saputo venirmi incontro. Evidentemente il sonno più il sonno serale sono tremendi.strabuzza: In sostanza chissà quante cose siamo convinti di conoscere ma che in realtà ci immaginiamo di conoscere :U p.s. ci sono oggetti come questo che lo tengo visualizzato ma più di quel che rilevo come forma non mi rimandano niente e la fatica a ternerlo li è maggiore perchè rimane l'oggetto senza nessun collegamento è normale o sbaglio io? |
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Allora proverò a muovermi io.. Concordo con Sole sull'esempio che ha fatto della sensazione che ti rimane di "scassamento", la testa è come se trattenesse il cervello che spinge, è un'esempio per cercare di capire se anche Sole/voi sentite lo stesso... Poi la fronte è come se buttasse avanti.. nonso.gif |
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A me sembrano due cose diverse aiut! A me pare che Sole dica che tiene l'oggetto in mente da parte e non capisco bene cosa vuol dire Quel che dici tu lo interpreto come se visualizzassi un tv e ci girassi intorno per vederlo bene in ogni sua parte. Bene per favore svelatemi se per entrambe non ho capito cosa fate piango.gif |
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Tenerlo da parte per me vuol dire ricordarmi sempre dell'oggetto avere come un'immagine fissa in una "parte di me" e lasciare che le immagini e ragionamenti relativi arrivino mentre elimino quelli che non sono inerenti. Alla fine ho l'oggetto ancora lì fisso mentre ci ho giocato. Mi capita comunque anche di "usare" l'oggetto per fare l'esercizio. Ad esempio ieri ho usato una chiave nella serratura. |
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p.s. ok provo anche io con la chiave :) |
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Ti capisco Griselda, questo è il primo esercizio, ma come difficoltà doveva essere presentato come sesto, è veramente impegnativo, ed il problema poi che i 5 minuti sono il tempo minimo.
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A questo punto forse il mio inconscio vuol suggeriremi che io non la sento ma l'ho? boh nonso.gifnonso.gifnonso.gif |
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Ma può anche essere che non la proverai mai perchè è solo mia e soggettiva. Io la sento perchè a me lavora su certe mie caratteristiche e prima o poi confido di non sentirla più, anzi già ora va molto meglio. Per cui non farci affidamento come cartina di tornasole. Io fossi in te farei ll'esercio e basta senza pensar troppo agli effetti e le sensazioni fisiche a parte la sensazione stessa che lascia l'esercizio in se e che va riversata. E anche se non senti quella non fa niente per adesso... |
Avete notato come se vi concetrate su un oggetto che conoscete dopo un pò iniziate a vedere particolari che normalmente non ricordate? E' come ricapitolare un oggetto invece che un ricordo.
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Giovedi primo dicembre verrà postato il secondo esercizio, concentratevi più che potete per ora :D
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io dietro a Grimartello.:
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