Abisso
Se guardi nell'abisso, l'abisso guarda in te
(F. Nietzsche) ... nicce che dice?... boh... icon_mrgr: |
Penso sia vero....se si guarda qcuno gli si dà modo di entrare in contatto diretto con i propri occhi e da lì volendo "scrutare più a fondo, se si guarda al nero, alle cose tetre (io interpreto abisso in quel modo), si apre uno spiraglio che le fa penetrare in noi, anche se non ce ne accorgiamo.
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Abisso
Se guardi l'abisso (baratro senza fine)... non vedi nulla... vedi il nero assoluto... un fondo senza fine... non so' se il nulla veda te...
Ad ogni buon conto un'aforisma ad effetto... ebbravo Nietzsche... hehehehe |
Citazione:
La sensazione che mi da' e' quella di inversione, rotazione, complementarieta'. Se guardi nello specchio vedi te! E te vede chi sei! ... ma che ne so che dice... |
Non può voler dire che se vedi nero, sei pessimista e ti lascia andare, non ne vieni fuori perchè il nero è sempre di più dentro di te?
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Citazione:
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Guardare l'abisso che sta in noi non è semplice, ma io credo che si possa fare, arrivando a conoscersi sempre meglio.. e sì.. nel momento in cui si impara a conoscersi, guardiamo anche gli altri con occhi diversi, per esempio impariamo poco per volta a giudicare sempre meno gli altri fiori.gif
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Citazione:
proprio quello che volevo dire se impariamo da noi stessi e impariamo a perdonarci saremo più disponibili verso gli altri,a volte è la paura dei nostri errori che ci frenafiori.gif un abbraccio |
Stavolta "cià" ragione il Gufetto... guardare non significa vedere... se riesci a vedere tutto quello che c'è dentro l'abisso questo non è più un abisso.
Si si il "nulla" ti guarda (non vede) come tu guardi lui... hai presente l'eco? C'è una risonanza :C: |
Scusate se lo dico ma questo aforisma mi ha fatto venire i brividi, chissà poi perchè? :o
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Citazione:
Un buon soggetto per un'incubo notturno...hehehehehe |
Citazione:
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Citazione:
L'ho spesso letto, e mi son chiesta spesso il significato, chissà cosa voleva intendere. A me viene in mente: se guardi l'abisso (che io identifico come le paure e le negatività generali) esso è capace di confonderti rispecchiandosi in te ... mettendoti alla prova. strabuzza: |
Qualcuno ha interpretato "l'abisso" come esistente dentro di noi. Bon...
pura e semplice logica... ma se l'abisso è dentro di me quando io guardo in lui guardo dentro di me. E allora come farebbe lui a guardare dentro di me? |
mette i brividi si...ma finchè si finge di guardarci dentro...
l' abisso non restituirà nulla....e poi magari ci devi sprofondare... |
Citazione:
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Abisso....
Non è come guardare la valle sottostante dal più alto dirupo, è molto, molto di più. Non è possibile vederne il fondo, perchè il fondo non esiste, puoi intravvedere forse un tratto di parete che scende fino a diventare indististinguibile nel buio..... E' inimmaginabile per la maggior parte delle persone perchè solo se ci si è avvicinati lo si può riconoscere. La cosa più simile potrebbe essere un buco nero una volta superato l'orizzonte degli eventi. Niente ne può più uscire, non un suono, nemmeno la luce. Non si fà vedere, mimetizzato vaga in cerca di prede che caccia usando la sua capacità ammaliatrice rendendosi visibile solo alle potenziali prede; il vederlo implica quindi l'essere già in pericolo. Ci si avvicina perchè stufi di quello che ci circonda, in cerca di qualcosa di definitivo che lui prontamente è disposto a dare, ricevendo in cambio le emozioni di tutta una vita. in quel momento si può ancora decidere di tornare indietro, basta non incrociare il suo sguardo. |
Citazione:
po esse?martello.: |
Citazione:
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Non capisco perchè date tutti un connotato di sgomento al termine abisso...potrebbe essere colmo di Luce ed Amore....
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Citazione:
Prenditela con Nietzsche, è lui che ha iniziato! ($) |
Citazione:
Soltanto dopo, stabilito che quell'abisso e ciò di cui è compenetrato è riconoscibile come Luce e Amore, si potrà stabilire il giusto collegamento tra quel Contenuto ed il Singolo. |
E' normale che si dia una connotazione "negativa" all'abisso perchè così è, dando il giusto valore alla parola negativa.
In un mondo duale, quale quello in cui viviamo, l'opposto di abisso potrebbe essere panorama o cielo, già a prima vista questo opposto ci nutre, cioè ci dà... l'abisso invece ci risucchia, "ci toglie"... anche la a di a-bisso mostra questa negazione-negatività. Possiamo anche fisicamente sentire questo attirarci, avete mai provato ad affacciarvi su un orrido? (orrido credo sia parola usata, comunque sono quelle voragini naturali nella natura in cui non si riesce a vedere la fine... un abisso insomma) Ribadisco che il negativo sta solo come qualcosa di... vuoto... uterino.. che assorbe... non come sbagliato... in realtà quest'abisso potrebbe anche assorbire cose nostre non buone... lo fa... buono o cattivo assorbe tutto quello che gli concediamo, come il cielo ci mette a disposizione tutto e sta a noi scegliere la cosa giusta al momento giusto. Lo sgomento dell'abisso è lo stesso dell'ignoto.... qualcosa che assorbe tutta la nostra attenzione. |
l'abisso per me è come un buco nero..nei dintorni di un buco nero il campo gravitazionale è così intenso, che la luce emessa da ciò che vi cade diventa via via più debole ed arrossata, finché ad un certo punto scompare ogni segnale. Questo è il messaggio di addio lanciato nell’Universo dalla materia che cade in un buco nero.($)
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Citazione:
Ha sempre avuto una connotazione negativa, indicava antri bui e profondi, baratri. Dante lo usa come sinonimo di "inferno" Vero è che 'n su la proda mi trovai de la valle d'abisso dolorosa che 'ntrono accoglie d'infiniti guai (inf, IV, 7-9) L'accezione negativa è in qualche modo confermata dal fatto che il bisso è un tessuto (pare che il nome abbia origini indiane) che veniva usato per confezionare i paramenti sacri sacerdotali (pare anche in Grecia e in Egitto). Spesso era color porpora, i cui significati simbolici sono svariati ma uno di essi è la protezione dal "male". Quindi la sua mancanza (a-bisso) è correlabile ad una situazione negativa. Chiaramente questo non smentisce la tua ipotesi (potrebbe essere colmo di Luce e Amore), però spiega il connotato di sgomento che si tende ad attribuire al termine. |
Sono interessanti i vostri punti di vista, ma partiamo da presupposti diversi....
a-bisso... alfa privativo e sin qui siamo in linea... bisso...il bisso è quel tessuto che i molluschi usano per ANCORARSI alle rocce... da qui la mia interpretazione... |
In più si può anche vedere un bisso da bissare, raddoppiare
Comunque tutte queste sfaccettature compresa l'ancorazione o no di Milsan portano allo stessa sintesi... l'abisso ti solve..... soio.gif |
Copio parte di un post messo da un'altra parte adesso, così porto avanti questo discorso, una parte è un pò ripetuta ma la lascio
L'abisso ha una valenza negativa, ma non nel senso che siamo abituati a dare a questa parola, negativo come nel senso più materiale può essere la valenza di un atomo, cioè che attira, risucchia, il suo scopo è attirare quanto più possibile, da una certa angolazione, da una certa visuale tutta la manifestazione è un abisso... senza la caduta nella materia non vi sarebbe vita, se questa non ci attirasse saremmo perfetti ma amorfi, l'abisso di cui parlo non è una prerogativa della morte (anche se vi è in relazione) è una qualità della vita, è un nostro lato sempre presente e che non possiamo conoscere mai completamente, ne possiamo avere fugaci visioni (esattamente come dell'altro lato) ma possiamo sapere come agire in esse e con esse e non reagire. L'abisso ha una valenza negativa come può esserlo una de-pressione sia che usiamo questa parola nel senso pneuma-tico che nel senso psicologico, io dico sempre di studiare tutte le sfaccettature delle parole non per acquisire una cultura nozionistica fine a se stesse ma perchè le parole anche nei neologismi moderni e traggono forza e simbolo da quelle originarie perse nella notte dei tempi che erano interfacce della realtà a tutti i livelli. L'azione dell'Abisso è di attuare dinamiche per attirarci, de-pressurizzarci, dis-solverci, riportarci ad uno stato primitivo semplice destrutturato, guardando così le cose ha delle funzioni utili qualora ci ponga nella situazione di farci lasciare orpelli inutili, di eliminare cristallizzazioni errate e costruite senza il nostro attivo opera-re, invece è deleteria se ci lasciamo trasportare senza avere coscienza di cosa sta succedendo, anche se ci arriviamo nella sopradetta via naturale, pur non avendo razionalmente idea di quello che sta succedendo (vale il link di Yam, solo che la storia è già troppo avanti, io sto parlando di qualcosa che avviene prima, sto parlando di ciò che con mille scusanti diverse si vorrebbe saltare illudendosi di arrivare direttamente ad esperienze come quella della Roberts) lo Spirito ha comunque percorso ogni possibile variabile delle sue infinite possibilità e quindi comunque avremo coscienza del baratro anche se non lo sappiamo definire. Questa struttura (perchè anche così si può definire) dell'Abisso non ha inteligenza, personalità e attua il tutto meccanicamente, prendendo comunque vita da noi tutti, è però un meccanicamente talmente complesso che la nostra ragione non può prevedere le mosse, per questo abbiamo bisogno di un integrazione tra ragione e passione, la passione toglie alla ragione il voler sempre arrivare meccanicamente dove questo non è possibile per i motivi sopra detti, ma la ragione aiuta la passione a non diventare cieca fondamentalista. Agisce nel singolo, nel gruppo, nel pianeta... e oltre, il subconscio collettivo teorizzato da Jung è un aspetto di questo abisso che tento di descrivere. Faccio un paio di esempi prima di riprendere il discorso passo davanti ad un negozio e vedo degli oggetti, mi viene voglia di rubarli, questa è un'azione dell'abisso, una sua manifestazione, non sto parlando di peccati o di morale... o meglio anche ma voglio provare ad esplorare cosa significa il tutto... c'è un mio desiderio nel possedere quell'oggetto, una parte di me va verso quell'oggetto... mi sciolgo verso quell'oggetto... facendo un torto al negoziante (se lo rubassi) sciolgo anche il legame che dovrebbe esserci tra lui e me... mi rendo conto che questo passaggio è ostico, ma se vi sforzate un centesimo di quello che sto provando a fare io capirete cosa intendo, è sempre parte dell'azione di solvimento, di risucchio opposto (nel mondo creato) all'unità e all'integrazione, questi sotto sotto sono i peccati in tutte le loro varianti, queste sono le tentazioni dei demoni, sono i mostri da trovare nell'Opera al nero, non è detto che debbano per tutti prendere forme orribili anche se il disgusto di vedersi come realmente si è prende a tutti quelli che decidano di arrivarci. Conta il background culturale e sociale della persona, un bigotto che vi arrivasse potrebbe vedere materializzato il diavolo in persona, un ingegnere potrebbe vedere che con i soldi "guadagnati" risparmiando su un fabbricato ha ucciso delle persone o anche solo le fa vivere in condizioni miserabili, un medico potrebbe accorgersi che quando cerca di aiutare qualcuno a guarire lo fa per sentirti potente e per questo è disposto a tortuare il paziente pur di dimostrare a se stesso e a chi lo circonda che è bravo etc etc sono solo esempi.... in sostanza sono prese di coscienza di quello che facciamo per essere divisi in noi e divisi dagli altri. E questo non finisce con la presa di coscienza, l'Abisso.... l'Inferno è sempre li... è sempre qui... è la vita... che sempre ci mette alla prova... e solo prendendola con la dovuta gioiosa serietà possiamo essere sempre pronti di fronte all'imprevedibile. Questo detto con molta semplicità, qualcuno lo scambierà per "è una ca...ta.. servivano tante parole? Va da se no?" Si e no... va da se, ma noi non siamo pronti, non siamo pronti neanche a vedere il nostro buio... ma siamo convinti di aver visto la luce... :C: Edit: A volte capita anche a me di fare le cose di corsa :D, la parte in corsivo e blu era riferita all'altro forum e qui non si capisce, il link era http://www.riflessioni.it/testi/bernadette_roberts.htm |
Mi sembra di capire che nell'opera di solvimento con l'oggetto che hai riportato nell'esempio ci sia una " fusione " no?
Cioè si è attirati da quell'oggetto poichè lo si vuole possedere. Questo ad altri livelli potrebbe avvenire con le persone? Mi spiego meglio.... Sono attirato da una persona e non so perchè. In fondo penso che ci sia un motivo ma non riesco a trovarlo. Può essere che quella persona " stimoli " col suo abisso, o meglio risucchi, attiri...quello che in me è presente ( e poi bisognerebbe vedere cosa )? In questo caso, come nel caso dell'oggetto che vedo dal negoziante, devo intenderla come una " mia mancanza" oppure come un processo che va a distruggere, forse inteso come positivo, le cristallizzazioni che sono presenti in me stesso, e cioè tutto ciò che ho costruito senza consapevolezza? |
Questo Abisso che attira, attrae, mi fa venire in mente termini come l' affascinare... che in origine aveva valenza molto più negativa di oggi... si subiva il fascino di un incantesimo, se ne restava affascinati.
Il fascino era una "stregoneria" capace di portare via coscienza al soggetto... lo scioglieva, lo privava della volontà e diventava uno schiavo nelle mani del fascinatore, che operava tramite patti col demonio o più in generale con la forza stessa dell'Abisso... Tornando al post, si può dire conclusa l'Opera al nero quando l'adepto, dopo aver riconosciuto l'Abisso e tutte le modalità in cui opera, è in grado di scegliere volontariamente quando resistergli o quando invece lasciarsi sciogliere per ottenerne dei benefici, diventando così da passivo ad attivo. Un'altra cosa interessante da notare è che più si aumenta il proprio grado di Individuazione, di Unità con se stesso e con gli altri, più l'azione dell'Abisso si farà potente per mantenere sempre l'equilibrio della vita... Più mi "unifico" e più aumenteranno le tentazioni e gli influssi di scioglimento... ne sarò cosciente, avrò imparato come operano, ma lo sforzo di volontà per resistervi sarà sempre lo stesso di prima... un po' come la merenda di scuola rubata ad un bambino avrà, in proporzione, la stessa "forza" e drammaticità di un adulto che ha perso il lavoro.. ognuno per il suo grado di resistenza e sopportazione fa esperienze simili agli altri.. cercando sempre di aumentare giorno dopo giorno. Un'altra considerazione: senza l'Abisso che tenta costantemente di sciogliermi, non avrei nemmeno la necessità di coagularmi per resistergli, ricercando così l'Unità. In un certo senso, oltre a risucchiare verso il basso, l'Abisso spinge al contrario anche verso l'Alto... |
Se ho capito bene queste fugaci visioni che abbiamo dell'Abisso sono le prese di coscienza di ciò che in quel momento ci sta risucchiando? Non ho capito il discorso ragione passione. Nell'esempio dell'oggetto verso cui mi sento sciogliere o attirare(mi associo alla domanda di Jez, ma immagino di sì, che valga anche nei confronti delle persone) è la ragione che alla fine mi impedisce di, diciamo così, "commettere il peccato"?
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Ho modificato il post sopra, per aggiungere il link che mi era sfuggito.
Dopo rispondo alle domande se non risponde qualcun altro. |
Kael "...Un'altra considerazione: senza l'Abisso che tenta costantemente di sciogliermi, non avrei nemmeno la necessità di coagularmi per resistergli, ricercando così l'Unità.
In un certo senso, oltre a risucchiare verso il basso, l'Abisso spinge al contrario anche verso l'Alto..." Secondo me l’unità ce l’abbiamo già ma lo sperimentare l’abisso rischia di spezzarla: l’unità è la vita, l’abisso è la morte. |
Citazione:
L'Abisso nelle sue manifestazioni lo possiamo paragonare ad un magnete che con la sua forza tenta di staccarci dei pezzi, dall'altro lato noi abbiamo il nostro campo elettromagnetico (questo non solo nella metafora, anche nella relatà) che si oppone, comunque sia se in alcuni zone, punti di noi lasciamo andare la forza ecco che il nostro pezzo parte e va verso l'Abisso che è rappresentato e manifestato in un oggetto, una persona, una situazione o altro. Quindi rispondendo anche a Shanti una persona può essere un'abisso per noi, e tutte lo sono se ci perdiamo in essa, se ne lasciamo pezzi senza sapere... ecco il senso di peccato... pecca... mancanza Invece riprendendo la metafora... mettiamo di riuscire a lasciarci andare, cioè interrompere il campo che ci tiene uniti ma in maniera controllata per un tempo controllato i pezzi del meccano si aprono, la forma si scioglie ma non manda i pezzi in giro... appena ridiamo forza al nostro campo possiamo ricreare una forma nuova..... Con forma non intendo il corpo fisico... inoltre quello appena descritto è la Grande Opera... un processo che può avvenire solo con una preparazione... ma continuamente in piccole esperienze avvengono piccoli movimenti dei pezzi... già attuando una "politica" oculata possiamo agevolare movimenti che seppure non perfetti tendono alla perfezione... avete presente quel giochino con con 15 numeri ed uno spazio vuoto? i numeri sono alla rinfusa e usando l'unico buco pian piano bisogna spostarli per metterli in ordine...... Quindi ho risposto anche a Coccinella... da quel punto di vista siamo già uniti... anche se comunque ci mancano dei "dati"... l'Abisso può essere la morte ma anche la vita... del resto sin dalla nascita ci vuole una grandissima volontà e forza per vivere... quando queste finiscono si muore, se queste fossero ancora presenti dopo la morte del corpo fisico............................................ .............................. |
Citazione:
Diciamo che l'unità fisica ormai è una conquista dovuta all'evoluzione, nasciamo che abbiamo già un corpo fisico, integro... ma per il resto perdura l'io frammentato di Jung, o i piccoli io di Gurdi, o la legione di Gesù... L'uomo al suo interno è ancora diviso in se stesso... e lontano dall' Unità. PS: Questo dimostra che c'è un errore nella tua frase "l'unità è la vita, l'abisso è la morte" perchè noi siamo l'esempio che c'è vita anche nella non unità o nell'unità parziale. Si tende spesso ad associare la vita e la morte, prendendole come complementari. Ma è la nascita ad essere il contrario della morte... Nascita e morte, prese insieme, sono solo due aspetti della vita. :C: Edit: non avevo visto il post di Uno. |
scacchiera
Mi si è parata davanti agli occhi l’immagine di una scacchiera (la vita) dove si alternano i pezzi degli scacchi il nero mangia il bianco e il bianco mangia il nero. Le pedine sono le prime a incontrarsi poi sempre pezzi più “importanti”. I pezzi neri provengono dall’abisso. Nel momento che i pezzi bianchi vengono messi sulla scacchiera inevitabilmente ci saranno i pezzi neri relativi. Ci vuole concentrazione per saper bene come muoversi a volte persino cosa dare da mangiare per poter vincere.
Può andare come esempio? nonso.gif :C: |
Citazione:
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Citazione:
ok...fusione soltanto per quella "piccola " parte che vuole fondersi ad esempio con un'oggetto o con una persona... Questo mi fa pensare ad ogni modo anche a probabili esperienze " di vita ". Se ci si accosta alla esperienza come un " qualcosa che bisogna fare per forza( nel senso che lo si vuole a tutti i costi ) " ecco che una porzione ( forse è più corretto ) di me, non essendo io presente a me stesso, gia sta viaggiando verso quella esperienza. L'Abisso quindi può essere si un oggetto, una persona ma anche quello a cui si pensa di dover fare ovvero ciò che si " crede " sia amncante in noi. Mi riferisco al raggiungimento di un obbiettivo di lavoro ad esempio....come quando si dice " Lo voglio con tutto me stesso...". Quindi anche in questo caso il Magnete mi risucchia, anche se fisicamente son qua; immagino che sia uno dei " corpi " che rappresenta la porzione di me..ad essere risucchiato. Ora l'opposizione che ne deriva, se non è cosciente io "penserò " incessamente a quella cosa da fare o raggiungere ( in quanto Abisso e qiundi ne vengo risucchiato ), anzi darò pure una mano nel senso che non opporrò alcuna resistenza a questa forza che mi attrae. Nel caso invece si dovesse percepire come mancanza o meglio ci si accorge che qualcosa " sta venendo risucchiato " si tratterebbe di una percezione di ciò che sta accadendo? Se questo è vero, come potrebbe non esserlo però, nel momento in cui mi accorgo che " vengo risucchiato " da quell'oggetto, da quella esperieza, da quella persona etc etc e mi oppongo ( cercando di focalizzare la mia attenzione su ciò che mi serve ora ad esempio ) la sensazione che ne deriva suppongo che sia simile all'impotenza. Il lasciarsi trasportare dai " sensi " può essere struggente ( quando c'è la forza con la quale ci opponiamo ) o può essere " passionale " quando la lasciamo andare. Come dice Sha, nel momento in cui ci si accorge che questa dinamica è in atto è si un campanello di allarme ma anche una " esperienza " che bisogna venga soddisfatta per conoscere " quella " sfaccettatura alla quale la porzione di me è interessata? Thx:C: |
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Più o meno tutti conoscono le regole degli scacchi. La partita inizia quando si modifica l'equilibrio di partenza, nel quale le forze sono parimenti distribuite. Il fatto che il Bianco abbia la prima mossa è un notevole vantaggio. Un buon giocatore sa che, a parità di capacità (e qui il giocatore è lo stesso da entrambe le parti), tendenzialmente il bianco attacca e il nero difende... al nero una patta può anche stare bene... (discorso espandibile) Altra strada da esplorare sono le tattiche e lo studio delle partite precedenti (qui magari ci aiuta Kael che lo so esperto)... ad esempio so di una tattica adottata al bianco che prevede la costruzione di una solida posizione difensiva, ma dinamica, che costringe il nero ad attaccare, aprirsi... pare che quello che la usava vincesse quasi sempre... |
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Kasparov vinse la prima partita, quando, pur avendo il bianco, seppe "sconvolgere" la macchina attuando mosse in apertura che qualunque maestro di scacchi chiamerebbe "errori". Il computer che aveva di fronte però possedeva in "memoria" milioni di partite giocate (in pratica tutti gli incontri fra professionisti dal 1800 ad oggi) e quindi ogni mossa dell'uomo era facilmente prevedibile dalla macchina. Tale stratagemma di Kasparov si rivelò quindi vincente, costringendo la macchina a muoversi su un terreno "inesplorato" (esattamente come Kasparov... quindi riducendo le differenze fra i due). Già dalla seconda partita in poi però, la macchina aveva immagazzinato anche quello "strano" incontro, e per Kasparov non ci fu più nulla da fare. I computer nella scena mondiale avevano già fatto il loro ingresso negli anni 50, ma erano ancora dotati di processori lenti che non erano in grado di comptere con l'uomo. Un grande maestro come Botvinniek comunque, disse una cosa: "Verrà il tempo che le macchine batteranno l'uomo, e ci saranno così i campionati mondiali delle macchine... senza dimenticare però, che la vera battaglia sarà sempre fra gli uomini che avranno progettato tali macchine..." Tornando agli scacchi, esistono tante tattiche quante l'uomo, e nessuna è la definitiva ma sono un qualcosa di dinamico che cambia di continuo (se Kasparov avesse fatto quelle mosse in apertura contro un umano, avrebbe perso quasi subito... così come il Chievo va a Milano a battere il Milan e poi perde in casa con l'Empoli...) In questa metafora degli scacchi una cosa c'è da dire però: che vinca il bianco o che vinca il nero, la partita finisce per entrambi...... |
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