Se vogliamo dare una interpretazione per quanto risulti sempre relativa si potrebbe partire dal dire che il necessario il possibile e l'impossibile vanno inquadrati in un'ambito ben definito, in questo caso s. francesco immagino si riferisca a fare tutto il necessario per la propria anima, fino ad arrivare a ciò che è possibile e infine all'impossibile vero e proprio, forse parlava di un cammino composto da tre livelli.
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Potremmo cambiare esempio se questo non ti piace o non riesci a capire quello che intendo, o magari non riesco a spiegarmi io. Se precipiti con l'aereo in un isolotto sperduto e non sai assolutamente nulla di agricoltura, di pesca o di caccia, la sopravvivenza diventa comunque una necessità per te in quel momento, e devi iniziare a preoccupartene. Solo perchè non ne sai niente non significa che non esiste. Nel tuo stomaco la fame esiste eccome... Certo poi che le possibilità di sopravvivenza in un posto del genere per un agricoltore saranno maggiori di quelle di un manager che non sa neanche coltivare una piantina di basilico, ma questo è irrilevante. La necessità di sopravvivere (e quindi di procacciarsi il cibo, che sia verdura, pesce o carne) sarà la stessa identica per entrambi. PS: Marconi ha inventato/"scoperto" la radio quando questa ancora non esisteva... Eppure oggi esiste.. |
P. S.: se parli di marconi come l'uomo comune allora non esiste necessità per nessuno, tanto tutti sapremmo fare tutto.
Cmq il fatto della necessità di sopravvivenza da una parte è vero che ce l'abbiano tutti ma dall'altra è anche vero che variando l'ordine delle persone de del fatto in se, avremmo una miriadi di diverse possibilità. Da quello che viene subito avvistato, da chi è abituato ad un regime alimentare per cui non si preoccupa più di tanto e sopravvive con quello che gli offre la natura, con chi addirittura non si preoccupa affatto della propria sopravvivenza e su su fino ad arrivare a chi gli viene un'attacco di panico e d'altro al solo pensiero. Quindi bisognerebbe applicare ai casi e non farne uno singolo anche perchè se no ritorniamo a marconi. Il principio va bene, ma non è assoluto. |
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Tanto per fare un esempio, per un musicista professionista la musica rappresenta quasi una necessità (appunto), ed è quasi "costretto" a suonare ogni giorno. E' talmente innamorato della musica che sebbene sappia suonare, ha bisogno di suonare ogni giorno, ogni giorno... In fondo, è proprio questa necessità che l'ha fatto diventare un Grande musicista. Del resto, come si suol dire, "di necessità virtù"... E qua mi torna in mente un aforisma di Platone: "La necessità è Madre dell'Invenzione" |
arrivo ultima...ma arrivo.....
necessario per me è capire chi sono e perchè sono così.... necessario è dare il massimo per modificare... necessario è sapere che questo comporta fatica.... certo che potrei rinunciare al superfluo....ma quando posso farlo? solo quando so che lo è..... quindi a priori potrebbe non esserlo.... senza contare che qualche volta è proprio il superfluo (apparente) che apre nuove vie.... (i banchi...le maniglie...gli interruttori...a misura di bambino.... per tutti erano superflui....per la Montessori [appena visto in tv ;) ] erano necessari) azz parentesi dentro parentesi icon_mrgr: :C: |
Del resto, come si suol dire, "di necessità virtù"...
E qua mi torna in mente un aforisma di Platone: "La necessità è Madre dell'Invenzione e aggiungo un mio aforisma icon_mrgr: " quando non sai più dove sbattere la testa... rivolgiti a Santarrangiati" lo so lo so martello.: fiori.gif |
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Cmq il necessario inteso in questo senso è molto relativo, nel mondo dei bisogni materiali, cosa che invece potrebbe essere più conforme nel mondo dello spirito (forse). |
Il necessario è una conseguenza inevitabile di una legge. Chiaro che chi trascende le leggi di questo mondo si libra in una sfera più alta, che passa dal possibile fino all'impossibile ("impossibile" sempre dal punto di vista di questo mondo, o di chi ne fa parte)
Ma finchè si resta sottomessi a determinate leggi, si continuano ad avere determinate necessità. Per leggi intendo in senso più ampio una Volontà superiore che ci governa, per questo se il bisogno fisico di dormire ce l'hanno tutti, altre necessità invece ce le creiamo noi (non solo attivamente ma possiamo anche subirle) così per qualcuno una necessità sarà comprarsi l'ultimo abito firmato da un noto stilista, per qualcun'altro invece sarà quella di intraprendere un percorso interiore. |
Tutto (quello che abbiamo, che ci arriva, che siamo) ci è necessario, se non lo fosse non lo avremmo, ho fatto l'esempio del succo, mettiamo che sia un limone, ok per berlo non serve la buccia, la possiamo togliere quando è pronto, quando il limone è maturo, ma fino a quel momento è necessaria anche la buccia.
Fare il necessario è l'azione di utilizzare tutto quello che abbiamo, siamo, ci arriva.... azione che poi ci permetterà di arrivare al possibile. Il succo è il possibile Quindi fare il possibile è in questo esempio bere il succo del limone. |
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La necessità per me è fare....riempire una mancanza di qualsiasi tipo si tratti, dalla fisica, quindi dormire o mangiare ad esempio, a quella di un percorso spirituale, quindi cercare di conoscere un me stesso che si manifesta nelle varie sfaccettature. Non so...mi sembra che si possa parlare di un primo passo in questo senso. A questo punto, col tempo, potrò parlare di possibilità ma ora posso solo " vedere" ossia essere più o meno attento alla crescita del limone. Propriò perchè devo fare in modo che cresca, e questo si potrebbe definire uno Scopo, non posso fare a meno della buccia, poichè questa soprattutto oltre a servirmi è, appunto, necessaria alla crescita. Vale a dire la mancanza della buccia stessa non permetterebbe di berne il succo, del limone, poi. |
Non decolla eh.... ok vado avanti....
altro tassello del possibile... mentre il necessario in un certo senso "ci arriva" anche se si esprime in azioni che facciamo, il possibile è qualcosa che presume una nostra partecipazione più attiva, se ho 100 euro posso (possibile) compraci da mangiare, comprarci una maglietta (è un esempio) oppure comprare un pò da mangiare e una maglietta che costa meno. Se però spendo 30 euro per mangiare e altri 30 per la maglietta non ho fatto tutto il possibile. Quindi possibile si potrebbe dire che possibile è la maturazione del necessario, cosa su cui non abbiamo controllo, in maniera da avere invece un certo controllo, controllo su come destinare le risorse e quanto.... anche se bisognerebbe sempre destinare tutto, magari in modalità non per forza tutto adesso, a seconda dei casi, ma con quell'intento... altrimenti non abbiamo fatto il possibile. Ci si potrebbe sorprendere nello scoprire che se si fa tutto il possibile aumenta il necessario... cioè aumenta la nostra capacità di attingere e raffinare situazioni diciamo... Mi rifermo |
Cioè se faccio tutto il possibile, ovvero utilizzo tutto il necessario questo aumenta (avviene l'impossibile)?
In effetti se impiego tutta la mia forza per fare qualcosa questa forza aumenterà e domani potrò fare un possibile più ampio... ciò che ieri mi risultava impossibile... |
Da un punto di vista è corretto, quello che oggi è impossibile domani potrebbe essere possibile... ma in questo modo non sarebbe più impossibile oggi, lo era ieri.
Mi segui? Vuol dire che c'è un'impossibile che si può fare anche se la parola trae in inganno... Ma prima di arrivare all'impossibile vorrei che fossero chiari necessario e possibile |
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Il Necessario si potrebbe definire " Senza Forma", il " possibile", invece, la possibilità di " formare, mettere in relazione, quello che fa parte del necessario visto che su questo non si aveva nessun controllo "? Poi dal possibile potrà derivare l'impossibile; se ho fatto tutto il "possibile" ossia ho " utilizzato" totalmente quei 100 euro che ho a disposizione. Il "possibile" a questo punto diviene, se utilizzo tutti i 100 euro, ad esempio, come una specie di mezzo per aumentare il mio necessario, all'interno del quale, mi pare di capire, esiste anche quell'impossibile che - adesso poichè sfrutto al minimo le " mie possibilità" - è impossibile rispetto al tempo nel quale mi trovo. Non so..ad esempio....oggi non sono capace di fluttuare liberamente in aria. Questo perchè non sfrutto, oggi, il mio " possibile " e non sono capace di aumentare, quindi, il " mio necessario". A questo punto se riuscissi, domani, a sfruttare tutte le mie possibilità ( quei 100 € ) potrei aumentare il " mio necessario" e far divenire possibile ciò che, ieri rispetto all'utilizzo totale delle mie possibilità, era impossibile.($) |
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Mi viene in mente la parabola dei "talenti".... chi li fa fruttare al 100%, chi al 50%, chi li sotterra..... Io penso che molte persone sfruttano poco le loro possibilità... il possibile, appunto. E penso anche che quando si sfruttano appieno le proprie possibilità anche i talenti si moltiplicano, mettiamo che all'inizio se ne avevano 100, sfruttandoli a pieno potrebbero raddoppiare o moltiplicarsi, diventare 1000.... così che quello che all'inizio potrebbe risultare impossibile, ad un certo punto diventa possibile. Basta vedere la storia della civiltà, alcune cose che solo un secolo fa sembravano impossibili oggi sono possibilissime !!!! Tutto quello che abbiamo ricevuto nascendo è il nostro "necessario"..... a noi spetta il compito di sfruttarlo. E' anche un discorso di energia, più la si usa e più se ne ha.... a volte mi meraviglio di quanta energia esce quando serve, energia che non pensavo di avere..... |
Ops manata.gif
dimenticavo.... ma quel superfluo di cui parlavamo? Se come detto sopra "Tutto (quello che abbiamo, che ci arriva, che siamo) ci è necessario" vuol dire che il necessario altrui non è detto che sia necessario a noi... se non forse proprio per imparare questa cosa... Lo so che è una stupidaggine e pure ovvia... eppure tutto il concetto espresso da San Francesco e cardine di tutti i percorsi Spirituali è questo.... e visto come vanno le cose non sembra che molti lo abbiano compreso. Se voltiamo tutto in rinuncia possiamo azzeccarci come se andando a caccia (non ci vado ma è un esempio) con il cannone facendo fuoco sull'albero becco tutti gli uccellini, ok prendo il bersaglio ma che ci faccio? (a qualcuno serve anche questo, ma è un caso limite) Purtroppo molte "ideologie" (perchè non mi sento di chiamarle Spiritualità) hanno marcato questo dover rinunciare a tutto senza discriminazione (e non entriamo sull'ovvio perchè, ora non ci interessa), cosa che ha senso come detto già in altre discussioni solo in talune circostanze e settori, es sono ricco e viziato? Magari mi fanno bene 20 giorni di prigione e/o di rinuncie alle comodità (sarebbero meglio 40 :D ) . La giusta rinuncia è non voler il necessario altrui, cose che non ci servono e che ci distolgono dal nostro percorso, in questo modo siamo in grado di fare... lavorare.. tutto il necessario e trasformarlo in possibile... insomma la storia dell'erba del vicino, per guardare quella non ci accorgiamo che la nostra è altrettanto verde. Alla fine siam tornati da capo, come distinguo il superfluo? Ok è quello che non è necessario a me, è il necessario per altri... ma messa in pratica? |
Ci provo con un esempio
Scopro di avere un'allergia ( potrebbe essere qualunque altra cosa che faccio fatica ad accettare) posso rovinarmi la vita cercando di risolvere il problema che non si può risolvere ed angustiarmi giornalmente per questa scoperta. Oppure posso fare il necessario per vivere bene anche con questa allergia accettando di averla ed eliminando ciò che mi scatena la crisi allergica. Se l'accetto faccio il possibile, per vivere al meglio dovrò modificare qualcosa della mia vita ma se non lo vedrò come una limitazione non la vivrò rodendomi in continuazione e questo mi porterà a fare il possibile. Quello che avrò eliminato diventerà con il tempo superfluo perchè avrò imparato a farne senza.
Quello che inizialmente mi sembrava impossibile ovvero vivere in quelle condizioni diventerà possibile. Uff mi sa che mi sono persa scrivendo manata.gif |
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A parte gli scherzi... direi che finchè ci preoccupiamo di quello che accadrà nel tempo (o che è successo nel passato, se lo guardiamo in maniera morbosa) ci sfuggirà il presente |
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Vediamo se riesco a incasinare un po'.
Superfluo è quindi il restare ancorato a ciò che è stato, continuando a portarlo in visione presente anche se non più esistente(non perdonarci); impedendoci in questo modo di vivere il presente, quello che ho e che mi necessita in questo momento. Non con questo dimenticare, ma fare tesoro di ciò che è stato necessario......a suo tempo.....perdendo oggi la sua valenza trasformandosi in superfluo. Trovare la capacità di continuare o cominciare a camminare? |
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Se tutti hanno letto un libro/autore e quel testo a me non da nulla, non rientra nelle mie necessità, devo essere in grado di rinunciare a quel libro, all'apparenza ed accettare ciò che sono. magari così trovando altre risorse più idonee a me. |
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Quindi per tornare alla tua domanda direi molto semplicemente che bisogna saper osservare il più onestamente possibile quella che è la nostra realtà, senza lasciarsi condizionare (e sedurre) da quelle che sono le esperienze altrui, o dalle proprie fantasie... Chi del resto, da bambino, non vedeva l'innocuo giardino di casa (almeno chi ce l'aveva) come una misteriosa e affascinante giungla asiatica, piena di insidie e pericoli? Non credo ci sia poi tanta differenza con quello che facciamo da adulti, viviamo di fantasie e ci creiamo una realtà che esiste solo nella nostra mente. Quindi finchè non si saprà osservare sinceramente (e obiettivamente) noi stessi e quello che è l'ambiente nel quale siamo immersi, difficilmente si potrà distinguere il necessario dal superfluo. C'è il rischio infatti non solo di scambiare per necessario del superfluo, ma perfino l'inverso, reputando superflua una cosa magari veramente "necessaria" per noi. |
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Credo che la Curiosita' possa fare il distinguo... la separazione tra il necessario ed il superfluo. Nella pratica si puo' dire che... se mi pongo in uno stato di attenzione (non mi perdo in sogni e illusioni) e seguo la mia curiosita' trovo il necessario per me. AGGIUNGO: Necessaria e' la curiosita', possibile e' seguirla, impossibile e' soddisfarla...hehehehe PS: suggerisco la lettura del post curiosita', assolutamente... e tutto il resto del forum...hahahaha boccaccia: fiori.gif |
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Anche a me tempo fà suggerirono di cominciare a capire cosa non volevo. Il risultato è stato sapere cosa non volevo e riamanere inchiodata sul "e cos'altro resta?" icon_mrgr: La cosa davvero necessaria, forse l'unica oggi, in questo momento, per me è rimanere centrata. Se rimango cetrata in me stessa (e ci sarebbe da chiedersi cosa caspita vuol dire, perchè a intuito la frase mi rende l'idea ma non ho ancora capito bene cosa vuol dire davvero martello.: ) allora ogni altra cosa diventa possibile e accessibile. Anche cambiare. Se appena appena perdo il centro (cioè praticamente continuamente)è un disastro. Non so come spiegarlo, e forse è anche OT ma il superfluo è ogni cosa che non avvenga in una posizione di equilibrio. piango.gif |
ciò che per me è necessario è seguire la mia anima.
quindi ove sento che la mia anima vuole dirigersi cerco in tutti i modi di assecondarla e di darle voce e spazio iniziando dal possibile. la mia anima desidera manifestare determinate cose di se in determinati ambiti. cerco di darle modo di esprimersi |
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