dipende dal genitore e dipende da te.
non sempre avviene. molti genitori che si forzano per essere autoritari sono pieni di ansia e fondamentalmente non sanno comprendere e parlare con i figli. non sanno (perchè non lo fanno su se stessi) far emergere i suoi demoni interiori e quindi non agevolano proprio una "mazza". non sanno autoanalizzarsi e vivono di continue "repressioni". e se usano la "mazza" invece del paniello fanno ancora più danni :))) (in primis proiettano quello che fanno con la parte più profonda di se stessi, la "mazzano" e la mettono a tacere invece di farla emergere) |
Purtroppo per te questa storia è come il toro quando gli sventoli la bandierina davanti, in più vedi bandierine ovunque.
Il discorso era proiettare, nessuno può impedirmi di proiettare se mi sta di fronte se in qualche modo interagisce con me, neanche se mi imbavaglia... solo se mi isola.. e isolare anche non significa non parlarmi, uno può parlarmi ma isolarmi comunque etc... ma con te certi giorni perdo tempo boccaccia: |
sono d'accordo.
infatti io ti ho scritto che dipende dal genitore e dipende da te. difficile cmq imparare a farlo se nessuno te lo insegna nell'età ove andrebbe insegnato. poi tu puoi arrivare a perdonare e a liberartene ma è come se partissi con un piede disequilibrato e dovessi poi recuperare terreno. che l'argomento in questione sia per me come il rosso per il toro beh è evidente e te lo dissi fin dall'inizio. il padre/madre che "mazza" e che si isola non ti da spazio e ti impedisce di fare ciò che tu dici. |
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martello.: Caspita quello che avevi detto e che non avevo letto diavolo.g:, non lo avevo mai valutato grazie abbraccio: |
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Quindi nel caso dei barboni, ma anche delle ragazze segregate in casa, partendo dal presupposto che si può limitare una persona pur incontrandola, limitarla nel senso di non farle proiettare nulla, si realizzerebbe poi un comportamento come quello. Si parla di indifferenza per questo senso? Insomma se Tizio viene limitato nel senso che ho detto, è possibile che diventi un barbone o assumere un atteggiamento simile, è così? Poi via via questo modo di fare per uno nei confronti di un altro, come dici, talvolta si esprime anche in altri settori in cui siamo immersi, quindi famiglia, posto di lavoro etc. |
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Mi è chiaro il discorso del segregare in casa, o del barbone che ai margini della società viene isolato da tutti (anche quelli che per esempio fanno elemosina non è detto che interagiscano con lui) Jez parlava di indifferenza, per esempio in una comunità che sia una classe scolastica, ma anche il forum stesso, si può anche parlare con un altro, isolandolo, ma questo significa non calcolarlo? ignorarlo? parlargli ma dargli la stessa importanza che se fosse invisibile? Non ascoltare nemmeno quello che dice e per partito preso pensare che sia una stupidaggine? Mi vengono in mente certi film in cui c'è il ragazzo delle pulizie che è un genio ma nessuno sa nemmeno come si chiama... è lì, lo vedono tutti, ma sta al margine della comunità.. |
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Se proietto accolgo proiezioni. Inoltre un bambino è impossibile che non proietti e che non lo faccia inconsapevolmente e ogni cosa non conosciuta poi da lui resterà proiettata. |
Volevo fare una domanda, visto che la proiezione si differenzia dallo specchio perchè con la prima si può usufruire anche degli oggetti.
Se io ad esempio scrivo un raccontino su un oggetto che ho in casa o fuori di casa o che vedo durante una passeggiata e scrivo di lui, sto proiettando? E se sì posso usare questa cosa per vedere qualcosa di me che altrimenti non vedrei? Altra cosa la proiezione vale come lo specchio nel senso che, se io proietto su un essere umano è possibile che quel che proietto l'altro l'abbia comunque anche in sè? |
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Si. Ni... cioè se riflette ce l'ha anche lui, altrimenti gli passa attraverso. Proiettiamo in tutte le direzioni. Ovviamente parliamo di contenuti inconsci anche all'altro... vabbeh, in realtà è più complicato di così, ma se intanto questo ti dice qualcosa... |
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Allora ti domando: come e cosa vuol dire che gli passa attraverso? Cioè come faccio a capire la differenza, come mi accorgo che non è specchio? Dovrei accorgermi che quella cosa è mia credo se è mia gli passerà attraverso ma come ne posso essere sicura? |
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Anche io trovo similtudini proprio per questo avendo capito come funziona la proiezione vorrei cercare di arrivare allo specchio che mi pare abbia uno spettro più ampio anche se invece la proiezione ha in più quella sugli oggetti che lo specchio non ha. Ok senza Peppino e la malafemmina rido1.gifmi spieghi meglio quello che volevi dire con il primo post ?(n 34) |
Riprendo l'argomento perchè in un certo ambito ho avuto la chiara visione di quello che era mia proiezione e quello che invece era la persona con cui mi stavo relazionando.
In effetti gli altri diventano proprio contenitori dry.gif Razionalmente ci ero già arrivata a vedere che certi meccanismi non dipendevano dall'altro ma da me ma non ne avevo mai visto i confini precisi, non avevo mai percepito il momento in cui tutto quello che è il proiettato viene riconosciuto dalla mente come roba propria. E' una sorta di schiaffo. Il tempo per riprendersi è vitale per riacchiappare la proiezione e impedirle di ridiscendere negli abissi dell'inconscio. Il problema poi, nella mia esperienza, è stato cosa farne di quella cosa nuova. Quando una verità è scomoda o al di sotto delle aspettative o, pare impossibile, anche troppo bella:wow: è difficile reggere la disillusione senza crearne una nuova. Prendersi quel proiettato e farlo proprio è un gran passo, sospetto che si possa ricollegare qui a questo punto quel lavorìo di Mercurio che come messaggero tra la realtà illusoria e quella vera fà da mediatore velando gli spigoli che ancora non siamo in grado di smussare. Andando per gradi quel contenuto precedentemente rifiutato può essere avvicinato e riavvicinato più volte fino all'accettazione di qualcosa di proprio che possa rimanere all'interno di noi stessi senza necessitare di generare nuove illusioni all'esterno per alimentarsi. Andrò troppo in là ma questo mi fà venire in mente il Nero e la Bolla chiusa entro cui solamente si possa iniziare a compiere l'Opera. Non si tratterebbe quindi di smettere di proiettare, cosa che ben ha spiegato il capo essere impossibile o comunque relativamente breve, ma di acchiappare tutte le proiezioni senza perdersi pezzi di sè in giro a cercare terreno in cui farsi vedere. Amare è anche questo, andarsi a cercare in giro per riportarsi a casa... leggo.gif |
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Mi chiedevo una cosa, forse troppo tirata per i capelli ma ce provo. Proiettiamo parti di noi, belle o brutte, e fin qui...ma si possono proiettare suglia altri anche esperienze che non abbiamo rielaborato? Un esempio banale. Un ragazzino usa vocaboli particolarmente volgari rivolgendosi a insegnanti e a sua madre. Possibile che, per dire, abbia assistito a dei litigi violenti da bambino e quellle parole lo abbiano colpito in modo eccessivo al punto da doverle poi "risputare" sfuori su quelle persone che in qualche modo ricollega a quell'evento? leggo.gif |
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Il motivo che spinge alla ricapitolazione e che ne determina il valore di guarigione. :U Spe che forse ci sono. Il fatto traumatico, non accettato (non fatto a pezzi con l'accetta direi dopo lo spunto del capo), che poi viene proiettato sugli altri in modo continuato (il famoso "scelgo sempre l'uomo sbagliato" ci può stare?) è determinato da quella partre di noi che in ombra anela ad essere conosciuta ed accettata ma viene costantemente rifiutata. Se è giusto invertivo, come sempre, la causa con la conseguenza... leggo.gif |
Mi parlo sopra ma se fosse così; parte d'ombra--fatto negativo--proiezione del lato d'ombra in successivi simili fatti negativi, potrei capire perchè sono riuscita così poche volte a ricapitolare (forse solo una a sto punto..).
Mi fermavo al fatto accaduto, magari al massimo alle emozioni coinvolte, soprattutto quelle successive ma non risalivo mai alla partenza, non potevo, avrei dovuto riconoscere come mie le cause (le emozioni, le spinte, non so come chiamarle) di tali conseguenze, riprendendomi certe spiacevoli proiezioni. Che non sapevo dove mettere. La patata bollente è quella, proiettare si proietta, eh bon, sapendolo dovremmo ritirarla permettendoci di far entrare quello che l'altro è davvero, che ci dice mentre ci teniamo la nostra proiezione ben conscia, in modo da non rispedirla in fondo a macchinare altri modi per risalir a galla...stosvegli: |
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Si può dire che si tratta di oggettivarla in modo da renderla altro da noi? A me sembra un po' così, mediante l'osservazione si arriva ad oggettivare ciò che inevitabilmente proiettiamo in modo da non esserne posseduti, creando quel minimo di distanza che ci permette di distinguerci da essa |
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Nella mia minima esperienza ho notato che all'inizio mi accorgevo della proiezione solo quando oramai era tornata indietro e questo perchè conoscevo le persone che in quel momento mi stavano dando noia e mi son resa conto di colpo che le due immagini, quella che mi stava deludendo e quella della persona in questione non collimavano. :wow: E' stato fondamentale il passaggio che ho fatto quando mi sono resa conto che avevo a che fare con le persone nel mio mondo personale, le vivevo come un prolungamento di me, come mie idee e non come persone reali, non sempre. Libera moltissima energia in effetti smettere di controllare le immagini che abbiamo sugli altri e posizionarci sulle nostre. Ma è un lavoro lunghetto mi sà... |
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